Inquadramento sistematico e tassonomico:
Regno Fungi , Divisione
Basidiomycota , Classe Basidiomycetes , Ordine Russulales , Famiglia
Physalacriaceae , Genere Armillaria , specie A. mellea (Vahl) P. Kumm., 1871.
Nome Comune:
Chiodino, Famigliola, Famigliola buona.
Origine nomenclatoria:
dal latino Armilla = braccialetto (da indossare
sull’omero); melleus = simile al miele (per la viscosità e, talvolta, per il color
miele della cuticola.
Basidioma:
pileo-stipitato, di medie dimensioni, omogeneo.
Pileo:
fino a circa 15 cm; carnosetto e sodo al disco; da giovane globoso
depresso, poi appianato con moderato umbone; margine iregolarmente
striato, sottile e, tardivamente, fessurato; cuticola da sottile a grassa, viscida e
appiccicaticcia a tempo umido, ornata soprattutto al disco da squamule
caduche; colorazione variabile dal panna al giallo miele, al beige-nocciola, al
bruno fuligginoso.
Imenoforo:
a lamelle, da adnate a subdecorrenti sul gambo, basse,
mediamente fitte, intercalate da lamellule; di colore bianco panna, poi con
riflessi color pelle e maculature brunicce.
Stipite:
da tozzo a slanciato, fino a quasi 20 cm, fascicolato ad altri o singolo,
cilindroide con assottigliamento verso il basso in caso di fascicolatura, con
base bulbosetta nel caso di esemplari isolati (var. bulbosa Barla, 1887, oggi
elevata al rango di specie cfr. A . bulbosa (Barla) Kile & Watling , 1983); bianco
panna con sfumature beige-rosate, più scuro in basso e decisamente grigio-
bruno-nerastro in maturità; con anello semplice, più o meno sottile,
ascendente, biancastro, a margine soventemente giallo ed ispessito; alla base
spesso si notano rizomorfe di colore bruno scuro-nerastro.
Carne:
soda nel pileo, dedcisamente fibrosa nello stipite; bianca, immutabile;
di odore lieve, ma sgradevole, dapprima di farina bagnata, poi ammoniacale,
di pesce d’ascqua dolce morto.
Spore:
9 x 7 μm, ellittiche, lisce, apicolate; non amiloidi; sporata bianco puro
in massa; basidi privi di giunti a fibbia basali.
Ambiente di sviluppo:
lignicolo, principalmente su latifoglie vive, meno su
conifere, ma anche in prossimità di zone boscate, apparentemente su suolo;
parassita, agente di carie bianca, successivamente saprotrofo.
Commestibilità:
commestibile se giovane, di piccole dimensioni, privato dello
stipite e non interessato da fenomeni di gelata notturna; necessita di una
prebollitura (un paio di minuti) con eliminazione dell’acqua di precottura,
prima di effettuare la preparazione alimentare finale. Sono frequenti i casi di
sindrome da indigestione causati da consumo mdi esemplari vecchi e parti
fibrose dello sporoforo.
Osservazioni:
estremamente variabile per forma, colore, dimensione, luogo e
substrato di sviluppo; ne sono state istituite numerose varietà, alcune delle
quali ormai godono di specificazione autonoma.
Confondibilità:
ben riconoscibile dopo attenta e continua “frequentazione” .
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